In memoria di Brodsky

di

Il poeta se ne fotteva della morte,

sta seduto su una panchina davanti a casa, Venezia,
muri scrostati, porte sverniciate, un
autunno o l’altro, in cappotto, soddisfatto. Si fuma
la morte sul viso, e sorride.
Sempre esule, l’ennesima partenza
non fa paura. L’acqua è nera e mossa,
questa è la città a cui sempre ritorna,
fino a quella volta che non più e mai.
Non importa. Ha scritto tutto.

L’acqua si muove e danza, scintilla
di piombo e di ferro, sull’altra sponda del canale
un palazzo con un portale di marmo,
deteriorato come il suo viso. Il cappotto era caldo,
il freddo dell’acqua non penetra.
Alla finestra dietro di lui una vecchia cornice,
il ritratto è fuori, il suo viso può entrarci,
poeta russo che fuma. Me non mi vede,
perché i morti non possono guardare, eppure,
quel sorriso mi sfida e dice: non vedi
che non me ne importa di niente, ho già
avuto tanto mondo, è ormai il tempo della gondola,
e stendimi accanto all’altro poeta.

Traduzione di Fulvio Ferrari

Cees Nooteboom è uno scrittore, poeta e giornalista olandese, più volte candidato al premio Nobel.